Gruppo volontario di cittadini
"I mati dela Sorna" di Brentonico
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(logo di Aldo Ripamonti)
L'itinerario si svolge su strade e sentieri ben battuti ed inseriti sulle mappe seppur non segnalati. Unico sentiero sconosciuto e' l'antico Senter dela scaleta, utilizzato per millenni da cacciatori e boscaioli ed unica via di collegamento fra Saccone e Saiori. Si parcheggia presso il cimitero di Saccone e si attraversa il paese fino ad un incrocio con cartelli. Si prende a sinistra la Via Furlani che si segue fino al suo termine. Si sale lungamente su strada sterrata sempre in direzione EST fino a giungere su una spalla dove e' visibile la valle sottostante. Qui c'e' una lapide in pietra con incise le iniziali LL, il luogo e' detto impropriamente sulle mappe "Cros del por Vigioti".
Il villaggio Saiori oggi completamente disabitato
Si scende l'antico Senter dela scaleta talvolta ripido e con fondo sconnesso fino a giungere sulla strada bianca che dal Villaggio di Saiori conduce a Piazzina. Dopo circa 200 metri la strada spiana e si presenta a sinistra una placca di roccia orizzontale sbarrata da un grosso masso. Il luogo e' chiamato Lasta del lof perche' sulla placca e' incisa la figura di un lupo, talvolta coperta dalla vegetazione. Il Lof era un animale leggendario col corpo di uomo e la testa di lupo e veniva evocato nel medioevo quando i bambini facevano i capricci: "Vara che ciamo el lof!". Proseguendo per la strada verso SUD si giunge alla localita' di Piazzina. Il territorio e' stato ristrutturato, con dubbia sensibilita' ambientale, ed ora e' quasi tutto coltivato a vigne.
La lasta del Lof, mitico animale mezzo uomo e mezzo lupo (l'incisione si presume del famoso Belesai).
Prima di arrivare alla casa, una piccola deviazione di 100 metri verso sinistra porta ad un antico capitello, dove scende il sentiero per Pilcante. Procedendo pochi metri sul prato antistante e' possibile godere il panorama sulla Valle dell'Adige e la citta' di Ala. Proseguendo in salita dopo la casa, si trova una strada ex militare che conduce, dopo faticosa salita, alla localita' Fontane. Una sorgente versa in un antico abbeveratoio ormai coperto dalla vegetazione. Proseguendo sulla strada verso NORD si giunge in breve alla Localita' Pozza dove le case da ferie sono state ricavate dalle caserme della prima guerra mondiale. Si scende per la Val dei Berti, attraverso un tipico ambiente alpestre del Trentino, si raggiunge di nuovo l'abitato di Saccone.
Il vecchio maso di Piazzina durante la guerra era una caserma militare.
Iniziamo dalle vicende della prima guerra mondiale (1915-1918) perche' le storie antecedenti hanno poco fondamento. Si presume che la localita' fosse di proprieta' dei Conti di Castel Barco come il castello di Saiori ma documentazioni certe sono andate perdute nel grande dimenticatoio della storia. Durante la prima guerra, Piazzina aveva una notevole importanza strategica: i treni italiani raggiungevano la stazione di Ala pieni di derrate e munizioni, una teleferica portava tonnellate di materiali fino a Piazzina e venivano stoccati nel Bus del nono. Trattavasi di una galleria scavata nella roccia, lunga circa 50 metri e molto ampia. Nottetempo i rifornimenti partivano a dorso d'asino per giungere ai vari fronti presenti sopra la Val Lagarina e la Valle di Loppio fin sul Monte Altissimo, il maso di Piazzina era una caserma sede del comando italiano. Alla fine della guerra il signor Pietro Lorenzini decise di vendere la sua casa a Saccone ed acquisire l'altopiano di Piazzina costituito da circa 18 ettari di boschi e prati, egli voleva mettere su famiglia in questo luogo paradisiaco. Era innamorato di una fanciulla di Saccone di nome Maria Lorenzini ed ando' dalla famiglia di lei a chiederla in sposa. Il padre di Maria fu il primo a sconsigliare Pietro al matrimonio causa la cagionevole salute della figlia e disse che sarebbe rimasto presto senza moglie e senza figli adducendo il dubbio che la donna ne potesse avere, tanto era magra e malaticcia. Pietro (mio nonno) tiro' dritto e sposo' Maria (mia nonna) la quale ebbe cinque figli e mori' all'eta' di 105 anni. I primi tempi furono duri per la famiglia Lorenzini ma all'avvento della seconda guerra mondiale, il maso era praticamente autonomo. In Piazzina c'era da mangiare in abbondanza: capre, mucche, galline e Pietro era anche un buon cacciatore. I campi producevano mais per la polenta e persino grano per la farina bianca, negli orti c'erano verdure a volonta' e le viti producevano buon vino. I cinque figli di Pietro e Maria crescevano sani e robusti ed andavano a piedi a scuola a Saccone (un'ora di strada).
Il vilaggio della Pozza costruito sui resti delle caserme militari.
Dopo la guerra la citta' di Ala era ridotta alla fame, la prima figlia di Pietro si chiamava Nella (mia madre) ed andava tutte le settimane a valle a vendere uova, formaggio e burro, aveva 15 anni. Un bel giorno una nobildonna di Ala non aveva i soldi per pagare la merce, propose a Nella uno scambio e le diede un vecchio grammofono a tromba che Nella mise subito nello zaino e se lo porto' a casa (2 ore a piedi) con alcuni enormi dischi di vinile a 33 giri. Il padre Pietro si arrabbio' molto ma a Nella piaceva la musica e le piaceva ballare, con quel vecchio grammofono organizzo persino delle feste da ballo sulla era (piazzale) del maso, alle quali parteciparono cittadini venuti da Saccone e da Corne'. In Piazzina c'era bisogno di manodopera per ristrutturare i campi, Pietro ingaggio' dei cittadini di Ala per la costruzione dei muri a secco, la paga era di due fette di polenta al giorno: una da mangiare e l'altra da portare a casa per la famiglia (purtroppo a quel tempo non c'era ancora il reddito di cittadinanza!). Passiamo velocemente agli anni sessanta perche' a quel tempo entra in campo anche il sottoscritto, infatti, all'eta' di dieci anni, venni ingaggiato, durante le vacanze estive, in qualita' di Famei. I famei, sembra un nome famigliarmente gentile, invece erano praticamente schiavi che lavoravano a volonta' del padrone, ricevendo in cambio vitto e alloggio e qualche lira da comprarsi un gelato. A quel tempo Piazzina era un maso isolato ma florido: nella stalla c'erano 23 mucche e mia nonna Maria mi faceva contare le galline che erano 44, comprese sette galline faraone. In Piazzina ho comunque imparato molte cose: pascolare e mungere mucche e capre, coltivare la terra e gli ortaggi, produrre burro e formaggio, guidare un trattore, ecc. Ho imparato anche cose brutte quali sparare agli uccelli e non solo, produrre la grappa, mettere trappole per gli animali, ecc. All'inizio degli anni settanta i quattro figli di Pietro decisero che era ora di cambiare il destino di Piazzina per farne una grande piantagione di mele e li inizio' il degrado ambientale di quello che era stato il paradiso terrestre. Acquistarono una ruspa che spiano' il territorio e chiuse definitivamente lo storico “Bus del nono”, costruirono un laghetto per l'accumulo dell'acqua e moderni impianti di irrigazione. La piantagione di mele si rivelo' presto un fallimento totale e cosi' decisero di vendere la terra a chi ha provveduto al proseguimento del dissesto ambientale per costruire un immenso vigneto, mentre il vecchio maso sta cadendo a pezzi. Povera Piazzina, a vederla oggi e ricordare com'era vengono semplicemente le lacrime agli occhi, rimane comunque un bel luogo isolato semisconosciuto che merita una visita.
Piazzina oggi...
AVVERTENZA - Il gruppo di cittadini volontari chiamato "I matti della Sorna" ha lavorato duramente per rendere il trekking il piu' sicuro possibile. Tenete presente che Il Monte Baldo e' pur sempre una montagna e, come per tutte le escursioni in ambiente alpino, non e' possibile garantire la sicurezza assoluta.
MONTE BALDO TUTTI I SENTIERI NEL CANYON SORNA - MAP CANYONTREK SORNA
UNKNOWN PATS ON MONTE BALDO - SENTIERI SCONOSCIUTI SUL MONTE BALDO
CORNALE' - BANCHETA - PIGNARI - BRACON - ASENI - SAIORI - PIAGU' - PIAZZINA - ALBI - CROSANO - POLSA - LODRON
FONTI - Dal sito outdooractive.com, puoi scaricare anche il file gpx del tracciato.
Sito web https://out.ac/I9rKfr
Mappe di Alltrails.com - Tracciati gps di Delio Zenatti sul sito outdooractive.com