Gruppo volontario di cittadini
"I mati dela Sorna" di Brentonico
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(logo di Aldo Ripamonti)
Si parcheggia sulla strada provinciale 22, nelle vicinanze del punto di partenza, proveniendo da Corne', sul lato sinistro della carreggiata. Il parcheggio si trova vicino ad una panchina ed e' piccolo (max 3 automobili), in alternativa si puo' parcheggiare a Corne' nell'ampio parcheggio di fronte alla chiesa; cio' comporta un ulteriore percorso di circa 850 metri (10 minuti a piedi). Si scende una comoda strada sterrata fino ad un incrocio e si prende a destra fino a giungere al Pont dei Stefenoni in circa 10 minuti. Qui inizia il tratto piu' interessante di tutto l'alveo del torrente Sorna. Andando a destra, prima del ponte si possono visitare i resti del Mulino dei Stefenoni, si consiglia di fare attenzione, i muri del mulino sono pericolanti. Attraversato il ponte si giunge in un luogo fantastico: dapprima un torrentello, formato dallo sfioro di un acquedotto si snoda in un verdeggiante ambiente fiabesco. Scendendo verso destra, lungo il torrente, si giunge alla confluenza dei due torrenti e si possono ammirare tre distinte cascate. Guardando in alto a destra una cascata inclinata formata da mille rivoli che si possono risalire a piedi sulla roccia tufacea; a sinistra le due imponenti e selvagge cascate che scendono impetuose dal Pont dei Stefenoni. Si prosegue seguendo verso valle il torrente fino a giungere in breve ad una cascata tra le rocce che impedisce il passaggio. La cascata versa in un caratteristico profondo laghetto, detto in dialetto “boiom”. Qui qualche avventuroso pescatore risaliva la placca rocciosa a sinistra e poi si calava di nuovo nel torrente tramite un palo di legno, qualcuno di noi aveva provato molti anni or sono questo passaggio, concludendo poi che il percorso era improponibile per un normale escursionista. Come spiegheremo di seguito questa parte del canyontrek Sorna e' quella che ha assorbito tutta la nostra inventiva ed il nostro lavoro per agevolare il passaggio e molto resta ancora da fare. Consigliamo vivamente di ritornare al Pont dei Stefenoni per concludere in altro modo questa avventurosa escursione.
Il Pont dei stefenoni collegava le due sponde della Sorna al servizio dei mulini
Oltrepassato il ponte si intravede a destra uno stretto sentiero che costeggia la roccia, superato il passaggio si prosegue su terreno piu' facile su un sentiero tracciato da poco (2021) e pertanto poco evidente fino a giungere in vista del Pont dei Bona. Da qui partono due sentieri: attraversato il ponte inizia a sinistra il Senter del Moz, continuando dritti seguendo il flusso della Sorna inizia il Senter dei Pignari. Il percorso e' breve (ca. 650 metri) ma in ambiente chiuso ed abbastanza severo, richiede pertanto un po' di spirito di avventura e va affrontato con scarsa portata d'acqua. Alla distanza di circa 40 metri dal ponte si puo' ammirare la prima cascata formata dalla affluenza del torrente Fontechel nell'alveo della Sorna e qui necessita il primo guado per raggiungere la sinistra orografica. L'attraversamento del torrente e' facile camminando sui massi sporgenti che possono talvolta risultare scivolosi (bastoncini consigliabili) ma non e' pericoloso perche' l'acqua raggiunge raramente la quota di 20 cm. Si percorre la sinistra orografica per circa 70 metri fino ad incontrare un passaggio su un masso alto circa 2 metri; abbiamo installato due staffe in acciaio per agevolare la salita. Superato il salto di roccia si scorge sullo sfondo una cascatella che sembra impedire il passaggio. Qui e' necessario un secondo guado, analogo al primo, e risalendo un breve ripido pendio si giunge su un sentiero che si segue sulla destra orografica. Quando risulta impossibile proseguire, si scende di nuovo nell'alveo del torrente e si attraversa risalendo poi facilmente la sponda opposta ed in breve si giunge ad un passaggio fra due massi, agevolato da una scaletta di tronchi. Segue un facile guado e si prosegue sulla destra orografica, dopo circa 100 metri si raggiunge una caratteristica placca inclinata sulla quale e' stata installata una catena per facilitare il passaggio in caso di terreno bagnato. Si scende una successiva placca inclinata nell'alveo del torrente dove un masso incastrato consente di passare sulla sinistra orografica. Si prosegue su una stretta breve cornice fino a raggiungere un facile sentiero a mezzacosta che porta ad un laghetto alimentato da una piacevole cascatella. In caso di calura e' il luogo ideale per rinfrescarsi. Si attraversa per l'ultima volta il torrente e, risalita la sponda opposta su ripido pendio, si segue il sentiero con due tornanti e poi lungamente in piano fino a giungere alla presa d'acqua della centrale elettrica. Di qui una comoda stradina raggiunge la strada provinciale 22, tramite la quale si puo' tornare alla macchina o all'abitato di Corne'.
Il senter dei Pignari non e' una passeggiata. Serve un po' di esperienza su sentieri di Montagna
Non intendiamo tediarVi con tutta la storia di questo magnifico canyon, dei suoi mulini ed altre attivita' produttive e mulattiere esistenti fino al primo 900, peraltro gia' descritti in un altro nostro testo. Vogliamo solo portare a conoscenza l'evoluzione storica di alcune particolarita' che potrete visitare durante l'escursione.
Pur non facendo parte della nostra escursione e' importante sapere la ragione per cui questo sentiero non e' piu' percorribile. A memoria d'uomo, quando ancora non esistevano le comode strade odierne, il Senter del Moz veniva utilizzato dagli abitanti di Corne' per recarsi a Brentonico. Nel dopoguerra c'era un servizio di trasporto del pane da Brentonico verso Corne' a dorso d'asino e fino agli anni 60 era utilizzato dagli studenti delle scuole medie per andare a scuola. Successivamente all'anno 2000 il sentiero era poco frequentato, un muro di sostegno era crollato, il bosco aveva invaso tutta la sede e molti alberi crollati impedivano il passaggio. Abbiamo lavorato duramente per qualche giorno in due momenti successivi per ripristinare il sentiero e sembrava tutto in ordine. I problemi sono sorti quando il proprietario di un frutteto, attraversato dal sentiero per la lunghezza di circa 150 metri, ha lamentato furti di mele nella sua proprieta' ed ha installato un cancello inaccessibile, proprio allo sbocco del sentiero sulla strada comunale. Inutili le nostre proteste e le lagnanze dei numerosi frequentatori: lo storico sentiero, pur figurando su tutte le mappe, non e' mai stato censito, si trova su terreno privato ed il proprietario ha legalmente il diritto di impedire il passaggio. Peccato!
Logica conseguenza alla chiusura del Senter del Moz era il problema di cercare un altro modo per uscire dal gia' complicato Canyontrek Chizzola-Brentonico. Abbiamo cercato e provato a lungo diverse soluzioni ma l'unica proponibile era quella di seguire ancora l'alveo del torrente Sorna che presentava enormi difficolta' ma nessun pericolo. Abbiamo lavorato duramente per tracciare un sentiero anche mediante l'installazione di catene e staffe per agevolare i passaggi piu' difficili. L'ambiente e' selvaggio e presenta degli scorci indimenticabili con alcune cascatelle, incantevoli laghetti ed anche delle vene rocciose di nero basalto. E' strano trovare qui questo tipo di rocce di origine vulcanica probabilmente formatesi sul fondo marino milioni di anni fa. Un altra particolarita' naturalistica trovata in zona e' la presenza, ai bordi delle cascate, di una alga di colore rossastro (vedi la cascata del torrente Fontechel), nessun abitante della zona l'ha mai vista e nessuno sa dirci di che pianta si tratti.
Sotto le macerie del mulino dei Stefenoni abbiamo trovato questi reperti storici
Circa 50 metri a valle rispetto al Pont dei stefenoni, potete visitare i resti del mulino omonimo. Il mulino era ancora attivo fino ai primi del 900 e qualcuno di noi aveva visto il fabbricato integro completo di tetti in lamiera e tegole. Esistevano due strade che portavano al mulino, una era quella attuale dalla provinciale 22 ed un'altra via attraversava il pendio delle frane e saliva su una mulattiera, tuttora esistente, fino all'abitato di Cazzano. La strada figurava anche sulle mappe dell'impero austro-ungarico ma successivamente tre distinte frane, per una lunghezza di circa 150 metri, hanno interrotto l'importante arteria di comunicazione. Le frane sono state provocate dal cambiamento dell'equilibrio idrogeologico dovuto alla costruzione delle strutture costruite a monte: l'asfaltatura e la cementificazione delle strade hanno riversato a valle enormi quantita' d'acqua piovana ed il ripido pendio e' risultato instabile. L'attraversamento delle frane e' stato uno dei nostri principali crucci perche', in un primo momento, vanificavano la costruzione di un sentiero, relativamente sicuro, da Chizzola alle Sorne. Finalmente abbiamo trovato, molto in alto, il vecchio sedime, scavato nella roccia, della strada segnata sulle mappe dell'impero austro-ungarico e li abbiamo tracciato il nuovo sentiero. Nell'anno 2019 siamo venuti a conoscenza che le rovine del mulino dei Stefenoni celavano importanti reperti. Naturalmente abbiamo subito iniziato a scavare con il permesso del comprensivo proprietario del luogo. Abbiamo trovato una grande macina ed una serie di tre mortai nei quali venivano anche macinate le granaglie, sempre con la forza dell'acqua. Il proprietario si e' dichiarato disponibile affinche' i reperti siano spostati in un luogo visitabile al pubblico ma il peso delle parti in pietra di circa 400 Kg cadauna, non e' nelle nostre potenzialita' (servirebbe un elicottero). Nessuna risposta dalle autorita' che abbiamo interessato. Si raccomanda vivamente di non rimuovere le lamiere che coprono i reperti, i muri perimetrali del mulino sono molto instabili e pericolanti.
Si tratta della zona piu' a valle di questa escursione, caratterizzata da una cascata e la successiva pozza d'acqua che chiamiamo col nome dialettale di “boiom”. Qui inizia la traversata delle frane che deve essere affrontata con una ottima esperienza su sentieri di montagna e pertanto sconsigliabile in questo tipo di escursione, definita facile. Il boiom ha una storia particolare per il fatto che e' stata una delle mete preferite dei pescatori ed anche dei bambini negli anni 50. Il salto dalla piattaforma sovrastante la pozza d'acqua costituiva una prova di coraggio per i giovanotti dell'epoca considerata l'altezza di circa cinque metri ed il fatto che il ritorno comportava un percorso verso valle nel torrente, naturalmente a piedi scalzi. Per la risalita veniva utilizzato un palo che consentiva di arrampicarsi nel bosco e tornare sulla piattaforma seguendo un esposto tracciato sulle rocce. Sono molte le persone anziane, nel paese di Corne', che ricordano ancora di aver imparato a nuotare nel boiom delle frane ed assicurano che mai nessun incidente e' occorso. Oggi i bambini giocano nel ben attrezzato parco del paese e per fortuna c'e' una diversa percezione del pericolo e controllo da parte dei genitori. Come scritto in precedenza l'attraversamento delle frane e' stato un nostro chiodo fisso per molto tempo. Alla fine abbiamo tracciato un nuovo sentiero seguendo il percorso dei pescatori cercando di agevolare, per quanto possibile, il passaggio La messa in sicurezza ha comportato una notevole mole di lavoro.
Il sentiero dei Pignari offre scorci naturalistici indimenticabili
AVVERTENZA - Il gruppo di cittadini volontari chiamato "I matti della Sorna" ha lavorato duramente per rendere il trekking il piu' sicuro possibile. Tenete presente che Il Monte Baldo e' pur sempre una montagna e, come per tutte le escursioni in ambiente alpino, non e' possibile garantire la sicurezza assoluta.
MONTE BALDO TUTTI I SENTIERI NEL CANYON SORNA - MAP CANYONTREK SORNA
UNKNOWN PATS ON MONTE BALDO - SENTIERI SCONOSCIUTI SUL MONTE BALDO
CORNALE' - BANCHETA - PIGNARI - BRACON - ASENI - SAIORI - PIAGU' - PIAZZINA - ALBI - CROSANO - POLSA - LODRON
FONTI - Dal sito outdooractive.com, puoi scaricare anche il file gpx del tracciato.
Sito web https://out.ac/IHNtoO
Mappe di Alltrails.com - Tracciati gps di Delio Zenatti sul sito outdooractive.com